Con la fondazione
del Feudalesimo, anche nella nostra plaga si ebbe un notevole moltiplicarsi di villaggi,
preferibilmente in alture isolate più facilmente difendibili. Avvenuta l'investitura per
opera del Feudatario, il vassallo si recava nel feudo assegnatogli, costruiva in luogo
adatto la propria sede o castello provvisto di torri merlate, si circondava di milizie e
cominciava a governare, avendo sui sudditi piena e legittima giurisdizione. Il nostro
territorio divenne autonomo solo in seguito al frazionamento della Contea di Porcile (in
quel di Poirino). Anch'esso vide sorgere un castello, e precisamente sull'ultimo lembo
della collina che scende dolcemente da Albugnano.
Non si hanno notizie precise sulla sua nascita, che si fa risalire intorno al 1160.
Comunque molte persone delle zone vicine si rifugiarono alla sua ombra che divenne il
cuore della vita politica e economica. Grande era la miseria degli umili ai quali il
lavoro assicurava appena il pane sufficiente. I prodotti del suolo, in particolare quelli
della vite e dell'olivo, erano il denaro di quel tempo. Gli agricoltori che vivevano nelle
campagne erano più direttamente soggetti al feudatario, del quale coltivavano la terra e
a cui dovevano ubbidienza come ad un sovrano. La popolazione diventata stazionaria viveva
per intere generazioni sempre nella stessa casa senza muoversi mai, e finì per
identificare la patria con il Castello, il mondo con il microscopico feudo.
Alla distruzione di Mercurolio
avvenuta nel 1260 per opera dell'esercito astigiano, seguì uno sbandamento degli abitanti
che, in parte, si trasferirono a Castelnuovo ad aumentarne la popolazione che raggiunse
nel suo recinto le tre migliaia. Mercurolio risorse poco più a settentrione col nome di
Buttigliera. |
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