Divenuto il Piemonte il centro
propulsore dell'unificazione italiana, la nostra popolazione, non priva di iniziative in
ogni campo, seppe sempre mantenere vivo il sentimento di libertà, alimentato dalle
speranze e dalle delusioni derivate dalle campagne napoleoniche e dai moti insurrezionali.
Nessun cittadino della nostra plaga viene annoverato fra il volontari garibaldini,
tuttavia i Castelnovesi seppero dare il loro valido contributo di coraggioso eroismo nelle
varie guerre risorgimentali che portarono all'unità territoriale dell'Italia. I numerosi
nomi dei Caduti nelle recenti guerre, atroci e sanguinose, scolpiti nel marmo a perenne
ricordo, sono di esempio ammonitore alle nuove generazioni. La Patria si difende anche con
le armi, ma la sua prosperità è subordinata alla fratellanza, all'istruzione ed alla
laboriosità del suo popolo.Fin dal secolo scorso a Castelnuovo ben poco rimaneva delle
antiche disuguaglianze sociali, anche se la sua popolazione era ancora prevalentemente
agricola. L'educazione e l'istruzione della gioventù che dapprima era a carattere
familiare o veniva af fidata al monastero, col volgere dei tempi passò alle scuole
parrocchiali. Quindi ci si avviò verso l'affermazione delle scuole rurali comunali, che
in Italia dal 1859 i fanciulli avevano il diritto di frequentare e dal 1877 l'obbligo.
Però in Piemonte le scuole rurali furono rese gradualmente obbligatorie fin dal 1822,
concorrendo in modo tangibile alla formazione morale e civile delle nuove generazioni. A
Castelnuovo, mentre già funzionava il corso inferiore della scuola elementare pubblica
maschile affidata ad un solo insegnante, nel 1853 fu aperta anche quella femminile nei
locali dell'asilo infantile.
Intorno al 1840 l'immigrato svizzero Johann Baumgartner installò a Castelnuovo alcuni
telai. Mente le donne più anziane rimanevano molto tenacemente legate alla tradizionale
filatura casalinga della canapa con la rocca e il fuso, molte giovani intrapresero la
nuova attività di tessitrici. Però dopo qualche decennio l'azienda andò in crisi, anche
perché nessuno si preoccupò di raccoglierne l'eredità.
Nei primi due decenni del novecento fiorì l'industria dei laterizi della ditta Bosia
& Baumgartner. La fornace situata in località Rivalta, fornì mattoni, tegole e
quadrelle per la costruzione di molte case di Castelnuovo e dintorni.
A partire dalla fine dell'ottocento ebbe pure inizio la lavorazione dei mobili in
vimini e giunchi, qui introdotta dai nostri concittadini Eugenio e Lorenzo Picollo. Nelle
loro fabbriche oltre sessanta operai e operane appresero e perfezionarono l'arte
dell'intreccio, e dal 1930 si misero in proprio affinando vieppiù il personale intuito
creativo. Dal 1960 un'ondata di famiglie vene-te qui immigrate, animate da tanta buona
volontà, diedero un nuovo impulso alla lavorazione dei giunchi e bambù. Le famiglie
Gionco ebbero riconoscimenti anche in campo nazionale. Particolarmente dopo la prima
guerra mondiale un'altra attività fu svolta in molte case rurali: l'allevamento del baco
da seta. Per parecchi anni le nostre massaie vi si dedicarono con passione e sacrificio
per arrotondare i proventi dell'agricoltura. Ma alla caduta improvvisa del prezzo dei
bozzoli seguì il repentino e generale abbandono di quella insolita accupazione.
Nel 1922 apparvero nella nostra zona i primi apparecchi radiofonici costruiti in loco
da un intraprendente concittadino. Egli si affermò pure nel campo della meccanica
automobilistica inventando un cambio automatico a ruote dentate sempre in presa (brev.
443369 del 17-12-1948), contribuendo alle ricerche tecniche per facilitare la manovra di
guida. Alludo alla multiforme attività ed alla cara memoria di mio padre.
Durante l'estate del 1932 le strade di Castelnuovo furono sconvolte per la posa delle
tubazioni che portarono nelle nostre case l'acqua potabile. Il medesimo lavoro fu ripetuto
nel 1985 per l'erogazione del gas metano, favorendo ancor più il benessere e le comodità
della popolazione.
Al Dott. Pietro Andriano, Cavaliere di Gran Croce, appassionatamente legato agli
interessi ed ai problemi della sua gente, spetta l'onore della fondazione nel 1957 della
Cantina Sociale di Castelnuovo e dell'esperimento di difesa antigrandine con gli aerei.
Fu Consigliere dell'Amministrazione Provinciale di Asti dal 1960 al 1965 e Presidente
della stessa dal 1965 al 1980. Ma il suo più grande merito che gli valse la più grande
soddisfazione personale riguarda la professione di medico veterinario, essendo stato il
promotore fin dal 1932 di un'apprezzata esperienza: la fecondazione artificiale che portò
alla selezione e al miglioramento della razza bovina piemontese.
Il Dott. Andriano inoltre propugnò indefessamente l'apertura dell'Istituto
Professionale Statale per l'Industria e l'Artigianato "Casigliano" inaugurato
nel 1969. Il Collegio dei Docenti nel 1987 propose l'intitolazione della Scuola, divenuta
autonoma, alla memoria di Ottavio Baumgartner (1890-1975) in riconoscimento dei meriti
acquisiti specialmente nel campo della meccanica e dell'elettrotecnica.
L'esimio Dott. Comm. Giuseppe Cafasso, dopo avere retto per molti anni le sorti della
Casa di Riposo che sorgeva a lato della Confraternita di San Bartolomeo, intuì la
necessità di un ambiente più vasto e arioso. Sostenuto nel progetto dal Dott. Andriano,
pose tutto il suo impegno per la costruzione del nuovo maestoso edificio modernamente
attrezzato dove oltre un centinaio di ospiti riceve una dignitosa assistenza. Questa nuova
Casa Soggiorno per Anziani "San Giuseppe" dal 1975 onora Castelnuovo e il suo
benemerito Presidente.
In questa rassegna di benemerenza il nostro pensiero vada anche al compianto Sergio
Seghe (1913-1974). Nonostante la sua menomazione fisica si dedicò alla pittura e alla
musica e collaborò alla compilazione di un eccellente dizionario piemontese. Il ricordo
più tangibile lasciato ai suoi conterranei, oltre la sua grande bontà d'animo, fu la
realizzazione di una copiosa serie di disegni e dipinti che misero in risalto la sua
singolare abilità.
Anche nello sport Castelnuovo annovero un figlio che si affermò nelle competizioni
ciclistiche in campo nazionale ed internazionale: Luigi Marchisio. Nella Frazione di
Ranello ove ebbe i natali nel 1909, egli rievoca le vittorie conquistate durante la sua
gagliarda giovinezza: fu campione italiano dilettanti liberi nel 1926 e campione italiano
indipendenti nel 1928. Vinse il Giro d'Italia nel 1930 e conquistò la terza posizione in
quello del 1931. Vinse la Barcellona-Madrid ed il giro della Catalogna nel 1932. Terminò
18° nel Tour de France del 1932. Fu poi costretto, suo malgrado, a limitare l'attività
sportiva in seguito ad una rovinosa caduta.
Per porre termine a questa pagina di rievocazione dei meriti di alcuni concittadini,
ritengo ancora doveroso accennare alle benemerenze dell'Amministrazione Comunale che alla
guida dell'attuale Primo Cittadino Cav. Giovanni Ravinale, in pochi anni ha deliberato e
realizzato parecchie importanti opere di pubblica utilità, guadagnandosi l'incondizionata
gratitudine di tutta la popolazione castelnovese.
Ricordiamo il nuovo palazzo municipale di Via Roma, il ponte sul Traversola con il
raccordo stradale con Via San Domenico Savio, la Piazza Italia e la Via dei Rivalba, il
nuove Centro sportivo, la biblioteca comunale Sebastiano Filipello, il salvataggio della
chiesetta della Madonna del Castello, la ristrutturazione della fonte solforosa,
l'ampliamento del cimitero, il nuovo Parco della Rimembranza, il potenziamento
dell'illuminazione pubblica...